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Non ho mai trovato il detto 'chi va con lo zoppo, impara a zoppicare' più adatto di ora.

Dopo aver provato a fare qualcosa in quel di Safeport, in verità era solo per cercare finalmente di capire cosa fosse questa storia della scuola, dei bambini e quant'altro, ma insomma, dopo essere stato del tempo con Hogs, eccomi qui ad arrancare su un bastone, con la gamba che decide autonomamente quando ricordarmi di essere stata ferita rilasciandomi simpatiche scariche di dolore.

Il mio umore ne sta risentendo progressivamente di più, ed utilizzo i più consoni metodi di attenuazione del dolore -almeno quelli più classici per me-, non disdegnando un goccio in più o qualche tiro extra di bloom.
Non posso negare sia però una decisione del tutto personale, credo potrei convivere con il dolore, senza troppa fatica, non è più così frequente né così forte, ma è una questione mentale.

Già la vedo, col suo sguardo pronto a giudicarmi ed a rimbeccare su simili decisioni.
Eppure da quanto detto siamo amici, chissà quanto dovremo litigare prima di poter avere un rapporto normale.
Non mi piace litigare, però sono un tragico, non lo posso negare. Ci sguazzo nel mio dolore, nell'unica cosa che durante tutta la vita non mi ha mai lasciato solo.

Ho contattato il dottor Dulac, il medico responsabile dell'operazione per la ricostruzione del ginocchio, non lo biasimo, ha sicuramente fatto il suo dovere nel modo migliore che gl'era possibile, dev'essere qualcosa che non va nella mia gamba.
A lui ho già rivelato che sono abbastanza cosciente d'aver perso ormai la naturale mobilità della gamba, definitivamente, agli altri che mi stanno attorno invece non ho specificato nulla. Sembrano già abbastanza preoccupati, anche se, prima o poi salterà fuori.